Blog di cucina vegetariana, un po' pasticciona e un po' maudite...

martedì 30 marzo 2010

Che fine ho fatto?


Salve a tutti! E' più di un mese che manco dal blogghino e volevo solo rassicurare i miei esigui lettori che sono viva e sto benone...Il lavoro in questo periodo mi assorbe completamente, il residuo tempo libero è dedicato alle mie bimbe (coinquiline/amiche) e a un giovane pittore di talento...
Che altro? In questo brevissimo post 'ontologico' (nel senso che vi sto semplicemente comunicando che esisto ancora eh eh) vi lascio solo alcune foto delle mie ultime 'creaturine': purtroppo non riesco a postare anche le ricette_ che spero seguiranno presto! Non mi resta che ammettere che anche il tempo per 'spignattare' è sempre più ridotto e 'rubato' ai mille altri impegni, ma confido di tornare presto alla mia passione 'culinaria'...
Insomma,a presto, a meglio, a oltre...baciotti
Creaturina n. 1: Crostata al caffé  (Base di pasta brisée e crema pasticcera al caffé)


Creaturina n. 2: Schiacciata Fiorentina (doppia variante: all'uva e farcita di crema pasticcera)

Variante con l'uva...
...e con la crema pasticcera...

(le mie foto sono sempre più brutte...scusate tanto!!!)





Creaturina n. 3: "Gattò" della Bambi (traduzione: Gateau della mia nonna)
Non posto neppure la ricetta di questa dolce, ma qui due paroline vorrei spenderle...E' stato IL dolce di casa mia per antonomasia, quello richiesto per i compleanni, che chiudeva il pranzo la domenica...Rotolo non-biscotto realizzato da un pan di Spagna P A R A D I S I A C O che si scioglie in bocca, una bagna 'antica' d'alchermens (si scriverà così ?!) e la crema pasticcera "limonosa" che non stuccava mai. 
Ma è il ricordo della 'cuoca', più che il sapore di questa delizia, che mi commuove: Bambi (soprannome della mia nonna materna) lo chiamava Gattò, forse pensava che fosse il nome proprio di questo dessert e ignorava che era come chiamare un cane 'cane', per l'appunto. Così come nei bigliettini della lavanderia scriveva "taglié" per alludere al tailleur, ma tant'è, erano altri tempi e lei era così bella che non aveva bisogno di sapere il francese per sembrare una regina...e ironia della sorte, si chiamava Maria Antonietta.


P.s.: queste foto sono DAVVERO terribili, ma le ho scattate con il cellulare poco prima che la tribù si gettasse all'assalto del povero "gattò"


venerdì 26 febbraio 2010

Danubio 'mediterraneo'

Piove, piove, piove...fuori e dentro casa, grazie ad una 'graziosa' infiltrazione sul tetto!!! Il mio animo solare cerca di resistere al grigiore con un appetitoso mix di ingredienti mediterranei...e così farcisco il danubio (ricetta magistrale di Imma presa qui) con ingredienti mediterranei (olive, mozzarella, cipolla di Tropea, pomodorini). Basterà a far tornare il buon umore? :-)
 

La ricetta dell'impasto è per-fet-ta e la riporto tale e quale.

Ingredienti (per circa 16 'palline'):
400 gr farina manitoba
180 gr di latte
35 gr di olio evo
20 gr di zucchero
sale q.b.
1 cubetto di lievito di birra
1 uovo intero + 1 tuorlo per spennellare
Ripieno (riporto quello che ho usato io, ma sbizzarritevi con la fantasia!!!):
50 gr olive assortite (ripiene, piccanti, cotte al forno)
50 gr mozzarella di vacca (o qualunque altro formaggio che fonda in cottura)
50 gr pomodorini secchi
mezza cipolla di tropea
Semini vari per guarnire la superficie (io ho usato il sesamo)


Procedimento:
Sciogliere il lievito nel latte a temperatura ambiente insieme allo zucchero e amalgamare bene. A parte setacciare la farina in una ciotola capiente, aggiungere il sale, l'olio e l'uovo. Versare il composto di latte, lievito e zucchero nell'impasto con la farina, amalgamare bene e quando si è formata una 'palla' impastare a mano su di una spianatoia infarinata per circa 15 minuti. Lasciare l'impasto così ottenuto a lievitare al riparo da correnti d'aria per circa 1 ora e 1/2 (fino al raddoppio).
Nel frattempo mescolate in una ciotolina gli ingredienti del ripieno: io ho tritato finemente tutti gli ingredienti con una mezzaluna perché volevo che ne risultasse un ripieno quasi 'polpettoso' e non ho aggiunto olio perché mi sono servita di quello delle olive e dei pomodorini.
Riprendere l'impasto, lavorarlo ancora due minuti e dividerlo in palline (ne verranno circa 16) di dimensioni il più possbile uguali. Schiacciate le palline, riponete un cucchiaino di ripieno al centro e richiudete l'impasto a formare una pallina. Ponete le 'palline' lievemente distanziate in una tortiera circolare (ho usato quella da crostata di circa 30 cm di diametro), lasciate lievitare ancora per circa mezz'ora. Spennellare infine la superficie con il tuorlo d'uovo (io l'ho 'allungato' con due cucchiai di latte) e cospargere con semini. Infornare in forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti.

giovedì 25 febbraio 2010

Brownies...di pane

Stamani mi sentivo proprio giù...sarà la primavera che non arriva (e in effetti sarebbe pure in grande anticipo!), sarà questo sole stenterello che non aiuta i miei down di serotonina, qualche nuova incertezza e delusione di troppo...non so, ma sono sicura che una 'spignattatina' golosa mi rimetterà al mondo!!!
Mi era avanzato un po' di pane raffermo, ma una panzanella mi sembrava a dir poco prematura :-) Cerco sul web qualche idea per una torta di pane poi, come sempre, modifico, stravolgo, improvviso...Alla fine il risultato è piacevole, a metà tra la 'merenda dei bimbi' e brownies...Da provare!

Ingredienti (dosi per una teglia da 10-12 persone):
330 gr di pane raffermo (ho usato tutto quello che avevo)
la scorza e il succo di un'arancia
100 gr zucchero di canna
150 gr zucchero semolato
75 gr di cacao amaro
un po' di gocce di cioccolato fondente, ma potete sostituirlo con mandorle, uvetta, frutta secca secondo i vostri gusti
100 ml olio di girasole
100 ml di latte
3 uova
acqua q. b.
1 bustina lievito per dolci

Preriscaldate il forno a 180°. Grattugiare la scorza dell'arancia e spremerne il succo. Tagliare a dadini il pane raffermo, riporlo ad ammorbidire in una bacinella coperto dal succo dell'arancia e acqua per circa 20 minuti. Nel frattempo montare i tuorli delle uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere il latte, l'olio, la scorza dell'arancio, il pane, il cacao, le gocce di cioccolato e il lievito. A parte montare gli albumi a neve ferma e incorporarli al composto precedentemente ottenuto mescolando sempre dal basso verso l'alto per non smontarlo. Versare l'impasto in una teglia precedentemente imburrata e infarinata e infornare il tutto per almeno 40 minuti. La torta rimarrà umida all'interno, quasi come un budino: non vale dunque la prova stecchino, ma il dolce sarà pronto quando la superficie comincerà a creparsi.

E ora spegnete il forno, versate il thé, Miles Davis al sax, coccolatevi un po'...

martedì 16 febbraio 2010

Plum-cake rustico...per colazione, e non solo!






Finalmente, alla fine di una giornata densa nel bel mezzo di una settimana campale (anche meno!), riesco a postare una nuova ricetta sul mio amato blogghino...vi sono mancata? Temo di no, dato l'esiguo numero dei miei lettori eh eh Tuttavia poiché quei pochi sono anche, come si conviene, molto 'buoni' (vi abbraccio tutti amici miei)...eccomi qua! 
Dunque 'siore e siori' il dolcetto odierno si configura come un plumcake soffice, dal sapore' pulito', con una nota di carattere dovuta alla presenza dell'avena e quel poco che non guasta di golosità grazie alla presenza delle noci e delle albicocche secche.

Con queste dosi ho preparato due stampi da plumcake di circa 10 x 18 cm:
100 g fiocchi d'avena
250 g farina manitoba (va bene anche farina 00, con la manitoba riesce più soffice)
1 bustina di lievito per dolci
1 presa di sale
100 g zucchero di canna (e vai col rustico eh eh!)
100g zucchero semolato
2 uova
50 ml olio di semi
150 g di quark magro (o ricotta di vacca)
1 fialetta di fior d'arancio
100 g albicocche secche (o prugne,...)
100 g noci (o pinoli, mandorle, nocciole,...)

Dettaglio 'aereo': frutta in sprofondamento...

Imburrate e infarinate i due stampi. Preriscaldate il forno a 180°. Separate i tuorli dagli albumi, montate a neve quest'ultimi con il pizzico di sale e riponeteli in frigo per evitare che si smontino. In una ciotola capiente montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenre un composto chiaro e spumoso, aggiungete quindi l'olio, il quark e l'aroma di fior d'arancio sempre continuando a sbattere con la frusta elettrica. Aggiungete adesso le farine setacciate con il lievito, amalgamando bene il composto. Incorporate la frutta secca e infine gli albumi, in più riprese, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto per non smontare il composto. Versate l'impasto negli stampi e infornate per circa 20 minuti (vale sempre la prova 'stecchino'). 
Nel mio esperimento avevo incorporato nell'impasto solo i 2/3 della frutta secca, ponendo la parte rimanente sulla superficie subito prima di infornare. Francamente però non lo consiglio: la frutta sprofonda creando un eccesso di peso centrale che provoca una antiestetica 'conca'...non me ne voglia la mia creatura che è carina anche così, tuttavia perché negare che si può ottenere un risultato migliore con uno sforzo minore?
E ora...all'attacco del plumcake rustico! Ottimo nel caffelatte del mattino, più che dignitoso come pausa thé, c'è anche chi lo ha piacevolmente degustato insieme ad un ammazzacaffé...naturalmente dopo cena eh eh!
 
Dettaglio 'fetta' : la frutta secca all'interno.




P.s : scusate la qualità delle foto, ma questa volta le ha scattate la cuoca e non l'artista...e si vede!!!

martedì 9 febbraio 2010

Ippo-terapia...

Niente ricette oggi! Impegni di lavoro a scadenza claustrofobica (strano! eh eh) e la mia fedele emicrania mi tengono lontana da forno e affini (leggi: non ho tempo e devo preservarmi da qualsiasi fenomeno possa indurre una vasodilatazione...uffi!). Approfitto di una pausa dalle 'sudate' (si fa per dire, è un freddo pinguino!) carte per scrivere sul mio neonato blogghino...Di cosa? Di una domenica speciale, inatteso regalo di una amicizia riconquistata, di una passione ritrovata, di un amore coraggioso (nel senso letterale che proprio lui, il mio 'ammore', è mooolto coraggioso...e non solo a stare insieme  me!).
Domenica dunque passeggiata a cavallo nel bellissimo parco di San Rossore. Ora, non solo io non sono un'amazzone, ma sono particolarmente imbranata in qualsiasi tipo di sport...che ci posso fare? Sono proprio refrattaria: non so sciare nonostante le numerose settimane bianche, non ho un buono stile di nuoto malgrado abbia passato tutte (e dico tutte) le mie estati al mare, non so giocare a tennis, a pallavolo, non parliamo neppure del calcio, potrei provare con le bocce, ecco, magari lì me la cavo...Però i cavalli mi sono sempre piaciuti tanto (non da mangiare, sono vegetariana!)...Da piccola ho anche preso alcune lezioni e ho constatato con estremo sollievo che è un po' come andare in bicicletta: una volta imparato non si dimentica, rimane la naturalezza del movimento.
Partenza da Firenze, quindi, con un bel sole che già riscalda, tre coppie, voglia di evadere e di stare bene insieme. Arriviamo alla tenuta: breve spuntino, brindisino (e figurarsi se ce lo facevamo mancare!) e alle scuderie. Naturalmente a me tocca una cavallina bella altina, nessuna paura, ma un po' di imbarazzo...come faccio a salire in sella a 'quella cosa alta e pelosa'? E qui iniziano le grandi manovre di issaggio della sottoscritta (le cui dimensioni sono veramente minute, un 'microbo' di donna praticamente!) in sella: chi spinge da sotto, chi tira dall'altra parte...alla fine ci sono! Nel frattempo, il mio 'ammore' si presenta 'stivalato' come si deve (gentile concessione di un amico 'ippico' e generoso) marciando in modo sinistro a causa del fango...Con infinito sprezzo del pericolo anche lui è presto in sella (ricordo ai gentili lettori che l''ammore', nonostante esordiente totale, ha dato prova di notevole spirito di adattamento e coraggio...). Eccoli, tutti in fila, via! Il bosco è freddo e bellissimo, mi ricorda tanto una persona speciale alla quale piacevano molto sia il bosco che i cavalli. Mi avvolge la tenerezza e un po' di nostalgia. Mi volto indietro e vedo solo volti distesi e sorridenti, fa freddo, ma l'aria promette già la bella stagione non troppo lontana. Gambe, trotto, battere sella...ci riesco, cavolo, ci riesco bene...non ho dimenticato, evviva! La nostra passeggiata volge al termine, rientriamo. L''ammore', che similia similibus aveva un cavallino anarchico che non voleva stare in fila, è contento...'Esperienza da ripetere', e io sogno già domeniche primaverili, là in Maremma, a casa, con i cavalli, sulla spiaggia...

venerdì 5 febbraio 2010

Cupcakes 'Ebony and Ivory'

Mumble mumble...Piove e fa ancora freddo...Da un lato sogno l'estate calda di scirocco, dall'altro l'intimità domestica di questi pomeriggi infreddoliti. E così, da questo stato d'animo un po' 'conteso' nascono le mie due ultime creaturine. Le ho chiamate 'Ebony and ivory' in omaggio alla sempreverde canzone dei mitici di Liverpool (leggi The Beatles :-) )... 'Ivory', con il suo candore, richiama alla mente un paesaggio innevato, l'aroma di mandorle promette già la bella stagione mentre il cocco esotico ci accoglie con un'inaspettata voglia di trasgressione. 'Ebony' è schietto e opulento: la cioccolata al latte lusinga il palato, mentre la leggerezza dell'impasto ammicca già al 'bis'.
Dopo questa presentazione melodrammatica, diciamo da 'trombe dell'Aida', chissà che vi aspetterete...In realtà, si tratta di due semplici tipi di muffins (o forse cupcakes? Non ho ancora ben chiara la differenza): alla base lo stesso impasto, soffice e leggero con olio e Actimel (magro!) al posto del burro. Sulla copertura (o topping, per essere più professional...) invece mi sono lasciata andare alla gola. Crema di burro al cocco per ivory e cioccolato al latte e nocciole per ebony...ho esagerato? Ma nooo eh eh

E ora la ricetta (dosi per 6 muffins piccoli e 8 grandi...e lo so, siamo una famiglia numerosa e golosa!):
per la base
200 g farina di mandorle
100g farina 00
200 g di zucchero
3 cucchiaini di lievito
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
2 uova
200 ml actimel magro (o latte parzialmente scremato, ma l'actimel ha quel saporino un po' acidulo simil-yogurt che è una vera goduria...)
60 ml olio di semi di girasole
1 cucchiaino essenza di vaniglia

Per il topping (sono andata ad occhio, nooo...)
120 gr burro circa
100gr zucchero
80 gr cocco grattugiato
100 gr cioccolato al latte con nocciole (io ho usato il mitico 'tavolone' di Venchi)
latte q.b.

Imburrate e infarinare 6 stampini piccoli per muffins e 8 grandi oppure 12 grandi. 
Preriscaldare il forno a 180°.
Separare gli ingredienti secchi da quelli liquidi.
Mescolate dunque in una ciotola capiente lo zucchero, le due farine setacciate con il lievito e il bicarbonato e il sale. 
In un altro contenitore sbattete le uova, aggiungete i due actimel, l'olio e l'essenza di vaniglia e amalgamate bene. 
Versate il composto nella ciotola contenente gli ingredienti secchi. A questo punto, la preparazione 'ortodossa' dei muffins vorrebbe che il composto finale non risultasse eccessivamente lavorato, la tradizione consiglia 12 giri di mestolo (onestamente però non li ho contati eh eh).
Riempiti gli stampini per circa 3/4 della loro capienza (se volete renderli più 'ghiotti' ponete al centro dei futuri 'ebony' un cubotto di cioccolata e al centro dei futuri 'ivory' 2-3 mandorle sbucciate o un cubotto di cioccolato bianco. Attenzione a lasciarlo abbasatnza in superficie: durante la lievitazione in forno scivolerà naturalmente verso il centro del muffin).
Infornate in forno già caldo (180°) per circa 20 minuti (controllate la cottura, ogni forno tende ad avere una propria 'sensibilità termica' e a sviluppare una certa 'permalosità' se questa viene ignorata :-)).
Sfornate e lasciate raffreddare. 




Per il topping di 'ivory': sbattete a crema il burro a temperatura ambiente con lo zucchero, aggiungete il cocco grattugiato e continuate a sbattere con una frusta a mano. Riempite un sac à poche (anche una spatola può andar bene) e stendete un bello strato di crema sopra ogni muffin. Se gradite, spolverate con ancora un po' di cocco grattugiato. Riponete in frigo e togliete circa 20 minuti prima di servire.









Per il topping di 'ebony': sciogliete a bagnomaria il cioccolato (aggiungendovi un po' di latte se vi sembra troppo denso). Togliete dal fuoco e lasciate freddare per pochi secondi, quindi spalmatene un generoso strato sopra i candidati 'ebony'. Se vi va, potete aggiungere qualche nocciola al centro o cospargere con codette di zucchero per un effetto più allegro. Lasciate freddare fuori dal frigofero per evitare una antiestetica patina bianca sulla glassa al cioccolato.

E adesso...spalancate bene le vostre fauci da lupacchiotte e fatene un sol boccone! Buon appetito!

mercoledì 3 febbraio 2010

Cubotti tricolore allo yogurt


Alla fine, con un grande sospiro (più di incoraggiamento che di sollievo...) è partita la grande avventura. L'emozione è tanta, non so ancora bene come muovermi in questo universo. Attualmente sto postando da una mansarda con travi a vista, affacciata sulle colline intorno a Firenze. La giornata è fredda, la luce si perde nelle volute di vapore della caldaia. Sembra un acquerello, il mondo là fuori...Un pomeriggio intimo, raccolto, un po' di pastafrolla al cacao nel surgelatore, la promessa di un thé fumante, voglia di pasticciare. Nascono così questi dolcetti facili e leggeri: una ricetta semplicissima per darvi (e darmi eh eh) il benvenuto! La pasta frolla, resa golosa dal cacao, contiene yogurt al posto del burro, così come la farcitura superiore. Quasi-crostatine, quasi-minicheesecakes, dolci al punto giusto, che lasciano leggera anche la coscienza :-)

Cubotti tricolore allo yogurt

Ingredienti

Per una teglia rettangolare di circa 25 cm x 40 cm

Per la pasta frolla al cacao e yogurt (mi sono ispirata al blog di Dolcetto, ma ho modificato un po' la ricetta):

125 gr yogurt naturale (potete usare anche quello aromatizzato alla vaniglia o alla nocciola, slurp!)
1 uovo
100 gr di zucchero
160 gr di farina
60 gr di cacao amaro
1 cucchiaino colmo di lievito

Per la farcia:
marmellata di sambuco
4 fette biscottate integrali o 6-7 biscotti secchi integrali
200 gr yogurt greco magro
1 uovo
200g di zucchero
scorza di 1/2 arancia grattuciata
latte parzialmente scremato (q.b.)

Per la pasta frolla: setacciate la farina, il lievito, il cacao e disponeteli a fontana su di una spianatoia. Al centro ponete l'uovo sbattuto con lo zucchero, aggiungete lo yogurt e impastate fino a formare una palla dalla consistenza meno compatta rispetto alla frolla tradizionale. Avvolgete nella pellicola trasparente e ponete a riposare in frigo per circa 1 ora.
Per la farcia: montate l'uovo con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso, aggiungete il latte (q.b.), lo yogurt e la scorza d'arancia continuando a mescolare con le fruste elettriche a velocità bassa. In fine incorporate la farina precedentemente setacciata, continuando a mescolare con un mestolo di legno dal basso verso l'alto per permettere al composto di areare bene. La consistenza dovrebbe essere abbastanza 'lenta', se il composto appare troppo denso aggiungere un cucchiaio di latte.
A questo punto, togliete la frolla dal frigo, stendetela all'altezza di circa 5 mm e disponetela su di una teglia precedentemente imburrata e infarinata (o rivestita di carta forno). Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e spalmatevi un generoso strato di marmellata di sambuco. Riducete in briciole le fette biscottate e disponetele sopra lo strato di marmellata. A questo punto, versate sopra le fette sbriciolate la farcia di yogurt precedentemente preparata e infornate in forno caldo a 180° per circa 40 minuti (i tempi di cottura sono molto soggettivi a seconda del forno). La torta sarà cotta quando la parte superiore risulterà dorata e 'ferma'. Sfornate, lasciate raffreddare e tagliate in 'cubotti' delle dimensioni preferite.






Scusate la qualità della foto, ma la luce era 'ballerina' e moolto invernale...












Panoramica 'aerea' delle mie creaturine...